L'intervista con Marco Bottazzi, presidente di CCRE

Una profonda conoscenza del territorio permette di dare uno sguardo anche oltre i confini italiani

  • 5 Ottobre 2010
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  • L'intervista con Marco Bottazzi, presidente di CCRE
    L'intervista con Marco Bottazzi, presidente di CCRE

Nel dicembre 2000 Marco Bottazzi, presidente di CCRE, era stato intervistato dalla nostra rivista. Dopo dieci annil’abbiamo incontrato nuovamente. Domanda. Sig. Bottazzi, ci racconta la storia e la struttura CCRE? Risposta. CCRE nasce nel 1954 con la denominazione di Casa del Cuscinettodi Reggio Emilia; l’attività è iniziatacon mio padre Mirco insieme all’amico e socio Iori Erio. Tutt’ora il controllo societario del gruppo è rimasto integralmente in mano alle due famiglie fondatrici.  Con gli anni ‘60 e ‘70 l’aziendasi è evoluta, seguendo la crescita impetuosa dell’economia italiana ed emiliana in particolare, allargando in maniera gradualela gamma dei prodotti trattati, mantenendo la filosofia iniziale che era quella di appoggiarsi aimarchi leader del settore e a prodottidi estrema qualita’. Neglianni ’80, in concomitanza con la crisi dell’economia, siamo entratiin azienda io, mia sorella Romanae un figlio del socio, Iori Italo. Ripensando a quel periodo ormai lontano devo riconoscere che fondamentale per la mia formazione è stato sia l’esempio di mio padre, che il lavoro fianco a fiancodi validi ed esperti collaboratoricon i quali, dopo un salutare periodo di “gavetta”, abbiamo messo in pratica con entusiasmo nuove idee e gettato le basi peruna importante e continua crescita. Negli anni 90 infatti l’azienda, oltre a crescere in termini di fatturato, ha notevolmente migliorato il processo organizzativo interno, sia tramite software innovativi e personalizzati che potenziando alcuni settori fino ad allora non ritenuti così strategici: la struttura vendite interna, il supportotecnico alla clientela e l’areaadetta agli acquisti . Cambiamenti necessari viste le crescenti esigenze del mercato e “consacrati“dalla certificazione ISO 9002 ottenuta nel 1996, tra le primeaziende in Italia del settore. Nel 2001 è avvenuta una importante svolta nella crescita di CCRE con l’acquisizione di un’azienda di medie dimensioni, la Fati Srl di Piacenza, che commercializzava anche una gamma di prodotti come l’utensileria che non avevamo mai trattato in precedenza; semprein quell’anno nella sede di Reggio Emilia vengono inseriti i primi 2 (dei 4 attuali) magazzini automatici verticali. Nel corso del 2005 CCRE apre una filiale a Ferrara anche inglobando una piccola strutturalo-cale già esistente, filiale che oggi vedeun organico di 5persone. A Gennaio2007 vieneacquisita la Uteco srl di Codogno, Lodi, che a sua volta ha una gamma di articoli complementari a quelli commercializzati fino ad allora dal gruppo.  Domanda. Qual’è la vostra copertura nel territorio? Risposta. Tutte le aziende del gruppo CCRE si avvalgono di esperti venditori, principalmente generalisti ma anche di qualche figura specialista di prodotto, in particolare per pneumatica, tecnica lineare, motoriduttori e lubrificazione. Tramite i nostri magazzini e questa retedi venditori, gestiamo direttamente tutte le province dell’Emilia, una parte della Lombardia e parte del Veneto, mentre per il resto dell’Italia prevalentemente collaboriamo con diversi rivenditor. Domanda. La logistica rappresenta sicuramenteun punto essenziale della distribuzione. Come la gestite? Risposta. Infatti è unpunto nevralgico per un distributore e lo ritengo uno dei nostri punti di forza. Il nostro magazzino di Reggio Emilia centralizza una parte degli acquisti anche per le altre sedi, che comunque mantengono un proprio magazzino, frutto di anni di esperienza della clientela locale. Per quanto riguarda le spedizioni e le consegne ai clienti ci avvaliamo di mezzi propri e di affidabili padroncini nel territorio da noi coperto direttamente, mentre utilizziamo alcuni corrieri nazionali leader per il resto d’Italia. Siamo quindi in grado di garantire un’evasione degli ordini entro le 24 ore praticamente in tutta la penisola. Domanda. Com’è la vostra gestione del magazzino? Avete degli strumenti informatici per l’automazione? Risposta. Ogni sede può visualizzare legiacenze di tutti i magazzini in tempo reale, in modo da potere dare risposte veloci e affidabili alla propria clientela e massimizzare l’investimento finanziario degli stock. I magazzini vengono gestiti in modomanuale eccetto che nella sede di ReggioEmilia, dove gli articoli con una piùalta rotazione sono ubicati nei magazzini automatici, con una mappatura studiata in modo da rendere quasi nulli glierrori nella evasione degli ordini. Per il magazzino a scaffalatura tradizionale abbiamo cercato di dare un ordinamento piuttosto intuitivo basato su una logicanelle ubicazioni in modo che i prodottipiu’ movimentati risultassero di facilepresa per gli addetti alla logistica, tenendo conto dell’altezza nonché delle distanze interne. Alcuni anni fa avevamo fatto uno studioper una gestione completamente automatizzata del magazzino tramite transolevatorie mini-traslo ma farlo nell’attualesede sarebbe stato anti-economico, il tutto andrebbe eventualmente pianificato fin dal momento della progettazione di una nuova sede e vedremo se infuturo ci sarà questa necessità. Domanda. Siete dei distributori multimarca– quali sono le caratteristiche che un’azienda deve avere per sposare la vostra filosofia di distribuzione? Risposta. In realta’ in Italia non e’ ancora passato il concetto vero e proprio del distributore multi-brands, al contrario di quanto avviene nei paesi anglosassonie del centro Europa. Di certo i fornitori sopratutto quelli con brand molto forti non spingono in questa direzione ed e’ anche piu’ facile per loro cercare di evitarlo perche’ da noi la dimensione dei distributori e’ medio-piccola pertanto salvo rare eccezioni sono quasi tutti rivenditori monomarca. Noi, per alcune categorie di prodotti che definirei non strategici, in parte lo siamo, ma nel corso degli anni siamo andati nella direzione opposta: abbiamocioè cercato di concentrare il tutto versoun unico fornitore per raggiungere un certo potere contrattuale e per avereuna sempre maggiore collaborazione, piena e trasparente che con i principali marchi definirei una vera e propria partner-ship. Domanda. Sul vostro sito c’è una sezione dedicata alle notizie del mondo della distribuzione industriale, scriveteuna newsletter dedicata alle informazioni che volete divulgare ai vostri clienti. Quale ruolo date alla digitalizzazione? Cosa intendete fare in futuro in questo senso? Risposta. Con il nostro nuovo sito che racchiude tutte le aziende del gruppo,abbiamo cercato di dare uno strumentodi lavoro alla ns. clientela, notizie di aggiornamento su ns specifiche attivita’ o eventi, notizie del ns. mondo di distributori oppure nuovi prodotti lanciati dai nostri fornitori e ancora offerte speciali, gli orari di apertura dei ns. punti venditae degli orari modificati nei periodidi ferie, la possibilità di scaricare alcunilistini di vendita, i cataloghi tecnici, sempre molto richiesti dalla nostra clientela che ha la necessità di consultarliin tempi sempre più brevi. Alcune di queste notizie e aggiornamenti vengono veicolati tramite le newletters, ma devo dire che a tal riguardo devo ancora capire la vera potenzialità di questo strumento. Domanda. Ho visto che sul vostro sito c’è un’area clienti riservata. Ci può spiegare di cosa si tratta? Risposta. Si tratta di un servizio all’avanguardia che consente ad una parte della nostra clientela di consultare le nostre disponibilità di magazzino inmaniera semplice ed affidabile, lo stato di avanzamento ordini, stampare documentazionee, ultima novità, è anche possibile consultare i preventivi in corso e confermarli direttamente dal sito. Il tutto in un arco temporale ben superioreai normali orari di ufficio. Domanda. Quali sono i maggiori punticritici nel mondo della trasmissionedi potenza? Risposta. La difficoltà maggiore ritengosia conciliare la specializzazione con l’ampiezza della gamma dei prodotti trattati e per alcune famiglie di prodotto essere costretti dal mercato adavere piu’ linee in alternativa tra loro aseconda del rapporto prezzo/qualità. Faccio qualche esempio: se sei un distributore che tratta esclusivamente la pneumatica avrai ovviamente facilità nel scegliere e formare continuamente tutto il personale perqueste tecnologie, fare visite in affiancamento con i tecnici dei fornitori/produttori fornire prodotti “customizzati”. Oggi però molti clienti vogliono ridurreil numero dei fornitori e quindi unfornitore mono-prodotto può rischiare di essere tagliato fuori. Se invece sei un distributore generalista devi investiremolte risorse nel formare al tuo internotecnici in grado di conoscere le varietecnologie (pneumatica, oleodinamica, lubrificazione, power transmission, eccetera) e nel contempo essere sempre aggiornato sulla gamma dei nuovi prodotti, trasferire queste conoscenze alla clientela e collaborare pienamente coivari fornitori, tutto questo tenendo contoche in questo settore c’è una bassa marginalità. Per chi, inoltre, come noi, ha una quota importante di mercato di clienti OEM, per esempio, oltre alla catena di qualita’dovrà avere anche la catena di media qualità e quella di primo prezzo altrimenti si rischia di perdere la commessa del cliente pregiudicando anchela vendita degli ingranaggi, delle cinghie, dei cuscinetti, insomma credo diaver reso l’idea... Domanda. Come vedete CCRE nel futuro? Risposta. Credo che oggi stiamo facendo delle scelte e orientando il ns. gruppo nella giusta direzione il che mi consentedi essere ottimista per il futuro, pertanto mi piace pensare ad uno scenario in cui CCRE sarà uno dei leader nazionalinel proprio settore e non soltanto in termini di fatturato ma anche e sopratutto come esempio di efficienza eserietà. La leva motivazionale è quella linfa necessaria affinchè non ci si ritenga mai appagati e ci si metta in continua discussione perche’ altrimenti poi incominciail declino... Domanda. Cosa significa per voi “DistribuzioneIndustriale”? Risposta. La distribuzione industriale per raggiungere la definitiva consacrazione dovra’ fare un ulteriore salto diqualità; in taluni casi è ancora l’anello debole della filiera e pertanto la figura del distributore industriale dovrà dare sempre più un valore aggiunto in mododa renderlo assolutamente in sostituibile nel proprio ruolo ed aumentare le quotedi mercato che i produttori gli dovranno affidare.

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