Intervista a Darron Henn

Business Line Manager Seals di SKF

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    Intervista a Darron Henn

Il marchio SKF è molto conosciuto sul mercato, ma in genere si tende ad associarlo prevalentemente al “cuscinetto”. Ultimamente però abbiamo notato una notevole crescita nelle vs. attività di comunicazione sul prodotto “tenute”.  Ce ne può dare conferma? In effetti è vero. Penso che lei si riferisca alla serie di annunci sequenziali “We know seals, We think seals, We live seals” che sono stati sviluppati dalla Marketing Communication della Industrial Division South-Europe Sales. Dobbiamo tener presente che, anche se SKF produce anelli di tenuta da 40 anni, è solo negli ultimi anni che alcune acquisizioni nel settore “tenute” ci hanno consentito di ampliare la piattaforma strategica di questo business, creando nel 2005 una specifica divisione all’interno del Gruppo, chiamata SKF Sealing Solutions. Poiché il processo di integrazione fra società diverse richiede tempi di realizzazione almeno di medio periodo, quello che vediamo ora sul mercato è la concretizzazione di  attività di comunicazione pianificate a livello strategico già alcuni anni or sono. In particolare si tratta di una campagna sequenziale, partita attraverso i tradizionali canali “cartacei”, ma per la quale stiamo già partiti con nuovi sviluppi attraverso il WEB. L’obietivo è proprio quello di creare sul mercato la consapevolezza che il marchio SKF si abbina anche al prodotto “tenute” o meglio “Sealing Solutions”. Sul mercato le tenute sono tendenzialmente considerate come una commodity , mentre l’immagine di SKF è stata sino ad ora quella di un market leader focalizzato sui prodotti non solo di qualità ma ad elevato valore aggiunto in termini di innovazione. Non c’è un’apparente contraddizione in tutto questo? Al contrario: nella nostra visione strategica le tenute non sono un semplice prodotto considerabile a torto o a ragione una commodity, ma un elemento che si integra in un’offerta più ampia composta da cuscinetto, supporto, lubrificazione. Questo per limitarsi ai componenti più genericamente appartenenti alla “meccanica delle macchine”. Io dico sempre che un sistema è forte quanto il più debole dei suoi componenti e in quest’ottica penso che possiamo considerarci in una posizione privilegiata: SKF è con buona probabilità l’unico gruppo di valenza mondiale in grado di integrare in un’unica offerta ad elevato valore aggiunto conoscenze decennali nella meccanica classica, la lubrificazione, la meccatronica e l’ingegnerizzazione in genere. In questo pacchetto quindi le “Soluzioni di tenuta” hanno a tutti gli effetti una rilevanza ben superiore a quella di una normale commodity. Non temete che essendo gli anelli di tenuta tipici componenti di “mass production” vi troverete a dover fronteggiare una concorrenza soprattutto dal far-east  che sposterà lo scontro sulla tipica guerra dei prezzi? Certo abbiamo valutato anche questo aspetto, ma non vedo perché un componente da “mass production” non possa differenziarsi grazie ad aspetti tecnici innovativi e in grado di fornire valore aggiunto ai costruttori di una macchina. Penso ad esempio alle nostre Waveseals (tenute ad onda) che grazie ad un profilo particolare del labbro esercitano un effetto pompante che trattiene all’interno il lubrificante, impedendo altresì l’ingresso di particelle contaminanti; o alle speciali tenute stelo valvola per motori diesel, atte a garantire funzionalità in ambienti ad alte pressioni. Pensate di concentrare questa strategia di attacco al mercato su settori specifici dell’industria o in generale? Siamo consapevoli della necessità, soprattutto in questo  momento in cui l’industria ancora si dibatte fra problematiche economiche di vario tipo, di essere realistici e pragmatici. Quindi non potremo aspettarci di essere presenti in tutti i settori di mercato con la stessa continuità e proattività. Diciamo che le nostre aspettative sono di riuscire a privilegiare tutte quelle applicazioni, a prescindere dal segmento di mercato, in cui il prodotto “tenute” si integra in modo sinergico con le piattaforme conoscitive SKF, che oltre a cuscinetti e tenute, comprendono anche meccatronica, sistemi di lubrificazione e servizi. Sue impressioni sul mercato italiano? Sicuramente in base alla mia esperienza il mercato italiano è uno dei più promettenti, innovativi … e quindi anche più difficili. La varietà di applicazioni che vi si possono trovare (non esiste un segmento di mercato, come tipologia di macchine, che non sia presente in Italia !), la gamma estremamente variegata di clienti (piccoli, grandi, market leaders, followers, etc.), unita alla considerazione acquisita dal marchio SKF in più di un secolo di presenza continuativa e d’avanguardia, mi fanno comunque ritenere che sul medio termine potremo rafforzare la nostra posizione come fornitori di “Sealing Solutions”. Nella visione strategica dell’SKF quali potranno essere le vostre carte vincenti? Sino ad ora abbiamo parlato di qualità, innovazione, valore aggiunto e a questo vorrei aggiungere la competenza e l’entusiasmo delle persone che operano in prima linea, tenendo i contatti con i nostri clienti e sviluppando giorno giorno un vero rapporto di partnership. In questo periodo di globalizzazione dove si collocano o si collocheranno le unità produttive SKF per le tenute? Grazie alle acquisizioni strategiche degli ultimi anni SKF sta producendo le sue tenute in Europa (in Italia ad esempio vi sono tre stabilimenti), in Nord-America ed Asia. Questo naturalmente ci consente di essere vicini ai bisogni dei clienti su una scala realmente globale. E il nostro obiettivo è quello di mantenere intatto, in linea di principio, questo posizionamento globale. L’utilizzo di stabilimenti in vari continenti non comporta problemi legati a una qualità non uniforme? E’ un problema che ci è familiare in quanto è stato vissuto sin dagli albori del gruppo SKF per la realtà del cuscinetto. Oggi possiamo dire con un certo qual orgoglio che gli standard qualitativi di tutti i nostri prodotti sono garantiti e certificati dall’ SKF Global Manufacturing Qualità System. E questo riteniamo sia particolarmente apprezzato soprattutto da quei costruttori che hanno ampliato la loro produzione nei più diversi paesi del mondo. Il costruttore infatti deve poter essere certo che la qualità del prodotto che riceve è costante in modo assoluto in tutti i mercati. Cosa significa per voi “fare industria”? ..."fare industria" significa creare valore aggiunto per noi e i nostri clienti. Significa rapporto continuativo. Significa cavalcare insieme nuove sfide. Significa condividere i successi, fieri di averli realizzati insieme e gli insuccessi, dicendoci che la prossima volta andrà meglio. E se un giorno le strade dovessero divergere dirsi "arrivederci" sperando che davvero sia così.

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