La strada verso l’eccellenza

non sempre i nostri limiti sono quelli che crediamo

  • 5 Gennaio 2011
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  • La strada verso l’eccellenza
    La strada verso l’eccellenza

Il ricercatore statunitense Anders Ericsson ha scritto numerosi libri guida per lo sviluppo delle proprie competenze e ha sviluppato il concetto di "deliberate practice" – l’"esercizio premeditato". Il succo centrale di questa sua teoria, sulla quale concordano molti professori e ricercatori, è che diecimila ore di questa tipo di pratica rappresentano il minimo insindacabile per raggiungere la giusta competenza in qualsiasi ambito con caratteristiche e peculiarità piuttosto complesse. In tutto ciò risiede qualcosa di straordinariamente potente. Ci suggerisce che abbiamo delle grandi capacità di influenzare i nostri stessi risultati. Allo stesso tempo, però, è scoraggiante. Uno dei punti centrali della teoria di Ericsson è che la pratica non è solo l’ingrediente più importante per raggiungere l’eccellenza, ma è anche il più difficile e il meno divertente. Se volete essere davvero bravi in qualcosa (vendite, aspetti tecnici, marketing… qualunque cosa), dovete mettere in conto sacrifici, sforzi, frustrazione e anche dei fallimenti. Questo sarà vero fino a quando vi impegnerete per migliorare o anche solo per mantenere degli elevati livelli di performance. La ricompensa sarà diventare veramente bravi e competenti grazie al duro lavoro che avrete portato avanti – sarà immensamente gratificante. Ecco, quindi, sei consigli per arrivare ai livelli che desiderate:  

  1. Perseguite ciò che amate. La passione è una grande fonte di motivazione. Rappresenta il vostro “carburante”, fornendovi capacità di resistenza e perseveranza.
  2. Sbrigate prima i lavori più pesanti. Ci muoviamo tutti istintivamente verso il piacere, allontanandoci dal dolore. Ericsson ha scoperto che coloro che registrano le migliori performance, ritardano le gratificazioni e si occupano dei lavori difficili durante la mattina, prima di far qualsiasi altra attività. Si tratta del momento in cui la maggior parte di noi ha più energia e meno distrazioni.
  3. Fate molta pratica, senza interruzioni, nemmeno brevi, per un periodo non superiore ai 90 minuti e poi fate una pausa. È risultato che 90 minuti è il tempo massimo durante il quale possiamo raggiungere i risultati migliori in qualsiasi attività.
  4. Fatevi correggere da degli esperti. Più semplici e precisi saranno i feedback che riceverete, meglio potrete raddrizzare il tiro. Troppe correzioni e troppo spesso, però, possono essere controproducenti. Generano ansia e interferiscono con l’apprendimento.
  5. Le pause devono essere costanti. Rilassarsi dopo sofrzi intensi non regala solo un’opportunità di ristoro, ma permette anche di metabolizzare ed assimilare ciò che si è imparato. È anche durante le pausa che l’emisfero destro diventa predominante, permettendo lo svolgersi dei processi creativi.
  6. Ritualizzate la pratica. La volontà e la disciplina sono spesso sopravvalutate. Il ricercatore Roy Baumeister ha scoperto che nessuno di noi ne ha molte. Il miglior modo per assicurarvi di portare a termine gli esercizi è di renderli quasi un rito. Predisponete dei momenti specifici ed inviolabili da dedicare esclusivamente alla vostra pratica. In questo modo risparmierete energia per altro perché non dovrete pensare a quando esercitarvi – lo saprete già.  

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