Perchè un leader dovrebbe lasciarsi travolgere

come evitare di essere scambiati per Mangiafuoco

  • 5 Gennaio 2011
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    Perchè un leader dovrebbe lasciarsi travolgere

Centralini che suonano forsennatamente, colleghi che continuano a bussare alla vostra porta sottoponendovi un problema o chiedendovi consiglio. Pile di documenti da firmare, emergenze da gestire, conti che non tornano… Immaginate delle normali – ma non per questo semplici – situazioni di caos regnante in un’azienda. Il primo istinto di chiunque, soprattutto di coloro che sono a capo di una qualsiasi organizzazione, è di evitare queste situazioni. Invece no, un vero leader dovrebbe pianificarle ed accoglierle di buon grado. Il perfetto ingrediente per tirare fuori la vera leadership è proprio quello di lasciarsi travolgere da tutto quello che ci sembra incontrollabile. Il punto è proprio questo: i leader cercano di avere tutto sotto controllo (cose e persone) e, soprattutto, l’errore più grande è credere di averne il pieno controllo. Ma cosa succede in questo caso? Più si cerca di sedare quello che ci circonda e meno si dà possibilità agli altri di fare un passo avanti verso la propria leadership e prenderne veramente possesso e coscienza. Anche loro devono riuscire a scoprire cosa sono in grado di fare. Non crediate sia così semplice. É necessario avere il coraggio di fare un passo avanti, bisogna rischiare di sbagliare. Diversamente, si adageranno impauriti, lasciando a voi il comando della scialuppa. Per questo ogni tanto bisogna dare una “smossa”. Progettare il caos all’interno di un processo è l’esatta antitesi di ciò che fanno la maggior parte dei capi. L'istinto di alcuni leader è quello di sentirsi come se sedessero nella "stanza dei bottoni" da cui, pigiando gli opportuni tasti, possono risolvere i problemi direttamente al loro insorgere. Peggio ancora, questo atteggiamento potrebbe essere travisato da alcuni collaboratori come se il rapporto tra loro e il loro superiore sia paragonabile a quello tra un burattinaio e le sue marionette. Molto facilmente, in realtà, questo non è quello che il capo vorrebbe che fosse. Eppure, inconsciamente, con le sue scelte, è questo il messaggio che trasmette alle persone che lavorano insieme a lui o lei. Solitamente, cerchiamo di focalizzarci su una cosa per volta. Un obiettivo, un concetto, una conversazione, un compito. Ma nella vita vera, nelle aziende vere, niente succede così ordinatamente. E nessuno può evitarlo. Spesso vediamo un leader come una persona che vede e conosce tutto – una sorta di figura onniscente e onnipresente. Invece un capo è un essere umano che non può vedere e sapere tutto e commette degli errori. Proprio in funzione di questo, bisogna iniziare a concepire la figura del capo in maniera più umana. Tra l’altro, un leader è deluso quando i propri collaboratori rifiutano di prendere in carico le loro responsabilità, allontanandosi dalla propria leadership. A questo punto potreste giustamente chiedervi: cosa succederebbe se in un’azienda ognuno “prendesse confidenza” con la propria leadership, se ognuno seguisse i propri impulsi? Questo non porterebbe all’anarchia più totale? Forse. Dipende dalla forza di contenimento dell’organizzazione. La missione della vostra azienda è ben chiara? E i suoi valori? Se sappiamo cosa stiamo facendo, perché lo stiamo facendo, che cosa è importante per noi e come operiamo, allora ci saranno fiducia, azioni focalizzate ed una leadership abbondante ed unificata. Se non è così, allora sì che ci sarà anarchia. Ma se la forza contenitiva non è forte, ci sarebbe l’anarchia in ogni caso. Perché, non importa quanto si desideri l’esatto contrario, non si può controllare tutto. E cercare di tenere sotto controllo ciò che è incontrollabile rende le cose ancora peggiori. Ecco, quindi, la chiave: condurre senza controllare. Abbracciate le vostra leadership lasciando spazio e modo agli altri di riconoscere la propria. Se ancora vi ritrovate a voler controllare tutto, provate a dire di “sì” a qualsiasi cosa finché non ne sarete sommersi. A quel punto dovrete far crescere i leader intorno a voi. Il vostro fallimento farà in modo che gli altri non credano che siate infallibili. Li incoraggerà a farsi carico di responsabilità e rischi. E se un giorno vi sentite particolarmente in forma, con delle energie extra, allora date un’occhiata in giro e guardate se qualcuno, al contrario, è in difficoltà ed offrite il vostro aiuto. Correte il rischio di un leader.

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