Segnali positivi per microcredito e non-profit

Pubblicato il report di Unioncamere che certifica l’incremento di piccoli prestiti e imprenditoria sociale negli ultimi anni

  • 10 Luglio 2013
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    Segnali positivi per microcredito e non-profit

Numeri in ascesa per il microcredito in Italia. Sono 55mila i soggetti che hanno beneficiato dei 216 programmi avviati in questi ultimi anni. Tra questi, una fetta importante è certamente rappresentata da esponenti delle imprese che appartengono al mondo del non-profit, che conta oltre 120mila operatori economici e costituisce il cosiddetto "terzo settore" in Italia. Il comparto dà lavoro a circa 380mila dipendenti e 70mila volontari e offre servizi a circa 5 milioni di utenti, specie nell'ambito socio-assistenziale e nell'assistenza sanitaria, educativa, e diretta all'inserimento lavorativo per soggetti in condizioni di svantaggio. Oltre a svolgere un fondamentale ruolo nell'ambito del welfare, quindi, il mondo del non-profit riveste anche una funzione economica di tutto rilievo. Sono questi alcuni degli elementi emersi dai due rapporti promossi da Unioncamere e presentati lo scorso mese di maggio.

+42% nuovi prestiti erogati col microcredito

Come detto, negli ultimi anni c'è stato un incremento importante nell'erogazione di prestiti relativi al microcredito. Secondo lo studio di Unioncamere, sono dunque 55mila i soggetti che hanno avuto accesso al prestito approfittando di uno dei 216 programmi di microcredito. Tradotto in euro, si parla di 539 milioni erogati, ovvero il 42% di nuovi prestiti in più rispetto a quelli erogati nel 2010 (106,6 milioni contro 75,2). Nel complesso, sono state 33mila le famiglie che hanno usufruito degli interventi di microcredito, ovvero 9mila e 600 imprese e 600 studenti. Un dato a cui vanno sommati altri 3mila e 700 beneficiari "indistinti" tra famiglie e imprese. La media complessiva è di 9800 euro a testa, circa 300 euro in più rispetto all'anno precedente. Nello specifico, i programmi di microcredito sono andati a finanziare la creazione di imprese, con oltre 83 milioni di euro che hanno finanziato la nascita di 5685 nuove attività. Mediamente ciascuna start up ha ricevuto prestiti per 14700 euro. La maggior parte dei finanziamenti sono stati dirottati alle esigenze cosiddette "indistinte", che hanno inoltre ricevuto, in media, somme più consistenti.

L'impresa sociale

È difficile riuscire a quantificare precisamente l'imprenditoria sociale in Italia; questo a causa dell'assenza di una figura giuridica dedicata. É il concetto stesso di "impresa sociale" a rendere problematico l'ampiezza del perimetro settoriale. La più recente normativa (si veda la l. n. 118/05 e successivi decreti) introduce, in base a elementi definitori generali, alcune qualifiche applicabili a qualsiasi forma giuridica privata. Tali qualifiche, riguardanti gli obiettivi (di interesse generale), i settori di intervento (istruzione, cultura, turismo ecc.), l'assetto di governance (basato sul coinvolgimento dei lavoratori) e le modalità di rendicontazione (sia di tipo economico che sociale) hanno permesso di individuare, nel 2011, 365 imprese sociali che rispondono ai requisiti della legge n.118/05. A queste vanno aggiunte sia altre 404 imprese che mantengono la dicitura "impresa sociale" pur non essendo certificabili come "sociali", sia altre 11808 cooperative sociali costituite ai sensi della legge n. 381/91.

 

 

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